Presentazione del libro
“Le mani sul tirolo! / Hände auf Tirol!” di Giuseppe Matuella
“Dedicato ai caduti di ambo le parti, che una falsa -guerra di redenzione- ha sacrificato sull’altare del nazionalismo”
Venerdì 20 giugno 2025
Numerosi, ci siamo trovati alla sala di Rappresentanza del Palazzo della Regione, per la presentazione del libro “Le mani sul tirolo! / Hände auf Tirol!”, di Giuseppe Matuella, il suo ultimo lavoro sulla nostra storia tirolese, basato su approfondite indagini e con documentazioni che convalidano i fatti.
Apre la serata, Franco Beber, Presidente dell’Associazione Risveglio Tirolese, che ha organizzato l’incontro.
“Risveglio Tirolese, in definitiva è un movimento identitario che ritiene fondamentale la valorizzazione dell’identità storica del territorio della Provincia di Trento, l’identità Tirolese.
Senza identità, l’autonomia è totalmente destituita di fondamento.
Uno degli strumenti per noi fondamentali, per la valorizzazione della nostra identità è sicuramente la nostra storia, la storia del nostro territorio, che purtroppo non ci è stata insegnata a scuola, spesso ci è stata nascosta, travisata, negata.
Questo si differenzia della Provincia Autonoma di Bolzano che a scuola viene insegnata l’autentica storia locale con appositi libri di testo.
È per questo che Risvegli Tirolese ha voluto realizzare questo evento di presentazione del libro di Giuseppe Matuella, perché questa opera parla proprio d’identità.”
A seguito il saluto di Enzo Cestari, LandesKommandant S.K Welschtirol.
“Il libro riporta tante testimonianze, documenti inediti e non, da questo punto di vista e merito di aver raccolto in un solo luogo tanti documenti, anche magari già conosciuti…
…a me piacerebbe che questo libro, come i precedenti, fossero pressi in considerazione dagli storici, chiamiamoli –eletti- perché seconde me dovrebbe essere un loro obbligo, al meno morale, dare la loro opinione su quanto viene scritto…”
Dopo i saluti di Enzo Cestari, Marco Ischia, che si auto definisce un “privilegiato” che ha avuto il piacere di leggere in anteprima il libro del suo caro amico Giuseppe Matuella ci ha introdotto negli argomenti del libro.
“…ho potuto toccare in mano l’amplia consultazione di documenti che hai cercato e come sempre hai letto molto prima di scrivere…”
Infine e prima del dibattito con il pubblico, l’intervento dell’autore Giuseppe Matuella
Il contenuto per la presentazione di questo libro, ci sembra opportuno andarlo a prendere proprio dall’introduzione del libro stesso, dove parliamo del “RISPETTO”, con tutta la nostra prima pagina dedicata a questo argomento, nel tentativo di capire un po’ meglio il significato di questa parola nei confronti di ciò che è stata ed è la nostra Storia!
Il rispetto è un sentimento e un comportamento che implica considerazione, stima e deferenza verso gli altri, le loro idee, i loro diritti e i loro sentimenti. Non si limita alla semplice educazione o cortesia, ma è un atteggiamento fondamentale per costruire relazioni sane, pacifiche e basate sulla fiducia. Il rispetto si manifesta anche verso l'ambiente, il patrimonio culturale e le regole della società, riconoscendone il valore e l'importanza.
In sintesi, il rispetto è un pilastro fondamentale per una convivenza civile e armoniosa, sia a livello personale che sociale.
Il “RISPETTO” effettivamente, è quel qualcosa che ci porta a pensare, a vedere che non esistiamo solo noi, ma che viviamo in una comunità, o in un insieme di comunità che vanno a formare un popolo, una nazione, fino ad arrivare alla globalità di questo nostro mondo. Ognuna di queste persone, comunità, popoli, hanno un loro modo di vivere, di gestire il loro tempo, la loro giornata, di ricordare il loro ieri e di pensare al loro domani. Ed è cosa del tutto logica, naturale, perché nessuno di noi è eguale all’altro, abbiamo tutti un qualcosa che ci differenzia e quel qualcosa è un patrimonio individuale che è giusto e logico tenere ben stretto. Quel patrimonio chiamato normalmente “Identità”.
E per capire bene questo, ogni individuo dovrebbe possedere anche una buona dose di “COSCIENZA”, cioè di quella “Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.”
Quel qualcosa, che ci permette, ascoltandola, di capire se stiamo camminando verso il positivo o verso in negativo.
E questo riesce proprio a farci comprendere come già si sa, che non esiste il bene se non esiste il male, non esiste il buio se non c’è la Luce, e via discorrendo. L’importante è comprendere, capire e valutare attentamente il tutto attraverso appunto il rispetto e la coscienza!
Questo a nostro giudizio, ci fa anche capire il perché al giorno d’oggi il mondo sta vivendo le situazioni di criticità che ben vediamo! Sta infatti immergendosi sempre più in una tremenda mancanza di rispetto, cosa prodotta dal rifiuto di ascoltare la propria coscienza!
Ci sono uomini che non sono coscienti, non comprendono il senso né del rispetto, né della coscienza!
Sono personaggi che noi vediamo sì ai vertici della società, ma che vivono nel loro mondo di pseudo potenza, accecati, senza nessun timore, e ora più che mai stanno vivendo nella disperazione più totale. Ecco il perché la confusione, ecco il perché della dispersione, ecco perché non sono connessi con i discorsi, le decisioni che hanno preso e stanno prendendo.
E uno di questi periodi di grande criticità è successo circa un secolo fa, e ci ha toccati in maniera diretta con quella guerra che ha violentemente coinvolta la nostra Terra Tirolese, dando il via a quell’operazione che in maniera subdola già da anni si tentava di mettere in atto da parte del Regno d’Italia, ma che è esplosa in tutta la sua cattiveria proprio con la guerra. Uno scontro voluto da pochi personaggi ai vertici del potere nel Regno d’Italia, che hanno portato ad una catastrofe che nessuno dei due popoli assolutamente voleva. Sembra cosa impossibile che un re d’Italia e due suoi ministri, all’insaputa del Parlamento stesso, arrivino a compiere un atto a questo livello! Una guerra decisa all’insaputa dello stesso Parlamento! (Il regolamento della Camera dei Deputati da Giolitti a Mussolini 1904-1927)
E quanto il popolo italiano volesse quella maledetta guerra, lo sta a dimostrare la documentazione fornita a suo tempo dalla giustizia militare italiana che va a confermare in maniera netta questa ostilità alla guerra:
870.000 denunce, delle quali
470.000 processi per renitenza alla chiamata di leva.
162.563 processi per diserzione.
310.000 processi per indisciplina.
150.000 processi per mutilazioni volontarie.
8.500 processi per resa e sbandamento.
(Mondo popolare in Lombardia n. 9 - La Grande Guerra operai e contadini Lombardi nel primo conflitto mondiale- pag.27)
Numeri impressionanti di ragazzi, uomini che si sono chiesti perché avrebbero dovuto uccidere un altro uomo come loro, per Trento e Trieste!!
Cosa disumana,……… come testimoniato da uno spezzone di narrazione sulla guerra……quell’austriaco e un nostro caporale stavano sdraiati, a me è sembrato fossero addirittura abbracciati, dentro una buca di granata, morti tutti e due. I nemici di poche ore prima erano lì abbracciati nella morte. Questo dovrebbe servire da monito a quelli che scatenano certi cataclismi! (pag.25/26 Mondo popolare in Lombardia)
Certo! C’è comunque da tener presente che a questo mondo, ovunque, esiste, possiamo trovare il buono e il tristo!
A volte è presente perfino nelle stesse famiglie! Un pensiero questo, che riflette la complessità umana e la presenza di entrambi i lati della natura umana in ogni individuo ed in ogni luogo.
E va a confermare che colpe e sbagli sono alla portata di tutti, non c’è di che farsi meraviglia, ma il permettersi di motivare una guerra con la giustificazione di dover portare aiuto ad un popolo oppresso, come avvenuto proprio con quell’aggressione fatta dal Regno d’Italia nei nostri confronti quel 24 maggio 1915 è davvero impensabile!
Si descrivevano infatti gli italiani d’Austria, che sarebbe più esatto chiamare i Tirolesi di lingua italiana, come un popolo che viveva soffrendo sotto una feroce e barbara oppressione austriaca. E’ la più grande menzogna che si potevano inventare! Infatti, prima cosa che balza all’occhio! Come si può pensare, ad un oppressore che si preoccupa di dare un’istruzione obbligatoria a tutto il suo popolo, primo caso in tutta l’Europa di allora!! E’ decisamente uno stupido controsenso, specie quando poi chi s’inventa questo naviga nell’analfabetismo!
E vien da chiedersi perché prima di entrare in guerra hanno segretamente contattato chi doveva agli effetti essere il loro nemico, e fatte trattative sottobanco con lo stesso, mercanteggiando la loro entrata in guerra in cambio di territori che nulla avevano a che fare con loro?
E poi perché, se si trattava di liberare gli italiani d’Austria, non si sono fermati a Salorno, confine linguistico, ma hanno allungato le unghie fino a Vienna?
E da tutto questo ha poi preso decisamente piede quell’opera disgustosa indirizzata alla cancellazione della ns. Identità, quell’identità quasi millenaria che ci accompagna ancora, almeno in chi riesce a mantenere alta la testa. Ma tante cose comunque si capiranno meglio nella lettura del libro.
A proposito poi di Identità! Della quale si parla tanto in questi tempi, ma per la quale si fa invece poco!
Da un intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con il F.A.I.- Fondo ambiente italiano, fatto al Quirinale il 28.04.2025, dove dice:
“La cultura ha una forza immane, che ci conduce sulla strada della conoscenza, del confronto, del dialogo, della crescita, quindi del rispetto delle identità di ciascuno, della costruzione di identità condivise e comuni. E’ quella che si chiama civiltà, che genera capitale sociale, incontro, pace, sviluppo e che unisce la nostra identità europea”.
Ottime parole, alle quali nulla ci sarebbe da aggiungere se i fatti fossero collegati a queste! Però a noi sembra giusto e logico aggiungere:
Una cultura acquisita, maturata nel tempo, ci aiuta, ci permette ascoltandola, di capire se stiamo camminando verso il positivo o verso il negativo, è ottima cosa!
Una cultura imposta è di difficile accettazione! E’ un qualcosa di non nostro, non ci appartiene, si tende a ripudiarla se non a odiarla.
Di conseguenza ci viene spontaneo chiedere al Presidente Mattarella:
“Gentile presidente Mattarella, Lei dimostra chiaramente di percepire l’importanza dell’Identità, cosa su cui siamo pienamente d’accordo. Purtroppo la nostra di “Identità” è stata manomessa ancora a partire da quel triste 3 Novembre 1918, da coloro che si spacciavano per liberatori, redentori…..di cosa poi, non abbiamo ancora ben capito!! E non è finita, c’è chi ancora continua a distanza di oltre un secolo, in questa violenta dissennata opera!
C’è ancora chi, proprio anche all’ombra di quel Tricolore che Lei rappresenta, continua a operare in negativo su ciò che noi siamo cercando di intimorire e di imporre idee e realtà che non ci appartengono! Così facendo, quella violenza usata nei ns. confronti già a partire da quel 1918, ci ha irrigiditi sulle ns. posizioni, ed è andata a confermare la giustezza del nostro pensare!
Quella guerra che il Regno d’Italia ha intrapreso contro di noi, non ha nessuna giustificazione, se non l’aggressione! Aggressione, voluta non dal Popolo Italiano che quella guerra non la voleva, ma da un re affiancato da un paio di uomini (Salandra e Sonnino) che a insaputa dello stesso Parlamento italiano, a quella guerra hanno costretto tutti!
Per cui Presidente Mattarella, quelle parole da Lei pronunciate qualche mese fa, restano solo parole che i fatti non vanno a confermare. Ci scusiamo perla durezza dell’affermazione, ma è quanto sinceramente ci sentiamo in dovere di dire.”
E suonano veramente stonate anche quelle parole pronunciate già quel 10 ottobre 1920, nella Festa dell’annessione della Venezia Tridentina, (come Voi avete ribatezzata questa Terra), all’Italia, dove Sua Eminenza il Ministro Camillo Peano, rappresentante del Governo, nel Suo discorso ufficiale, pronunciò:
“Orbene, i nuovi popoli che sono compresi nei confini d’Italia, anche se diverso è il loro idioma, non sono popoli da noi conquistati, ma sono da noi considerati come fratelli perché è nostro intendimento di rispettare tutte le autonomie e di seguitare la tradizione del genio italico, che non ha mai imposta la vittoria, ma ha sempre affratellato i popoli.”
Purtroppo è una costante che già a quel tempo aveva preso piede! Anche Il Ministro Peano ha sparato cartucce a salve, in quanto i fatti poi si sono rivelati di tutt’altra consistenza, e di quella democrazia promessa non s’è vita neanche l’ombra!
Per cui, rivolgendoci nuovamente all’esimio Presidente Mattarella, Lei, si dice, dovrebbe essere Presidente di tutti! Sarebbe Suo dovere aiutarci a ristabilire con la Verità, quella nostra Vera Identità, quella che, come Lei dice giustamente, si chiama civiltà, che genera sviluppo sociale, incontro, pace, e che ci porta, ci unisce all’Europa dei Popoli!
Quella civiltà citata anche recentemente su un italianissimo quotidiano “La Stampa”, dove, esattamente il 20 maggio 2025 é apparso un articolo a firma del giornalista Edoardo Venditti che cita un commento di una precisione e di una verità, che mi permetto di definire meravigliosi!
“Enigma Sudtirolo, (il gesto della sindaca Zeller) e quelle ferite mai rimarginate!..... Una Storia senza innocenti assoluti né senza colpevoli esclusivi, ma in cui l’Italia, prima quella fascista e poi quella repubblicana, ha pesantissime responsabilità! E non ha mai chiesto scusa!”
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Si è conclusa la serata con il dibattito con il pubblico, la dedica dell’autore nei libri acquistati e l’invito all’iscrizione all’associazione Risveglio Tirolese.
Paolo Monti, portavoce dell'Associazione Risveglio Trentino, chiude il dibattito con il pubblico.
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Il libro è possibile acquistarlo nella libreria Athena di Pergina Valsugana (TN)