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21 aprile 1809: Andreas Hofer

Domenica 21/04/2024 si è svolta la cerimonia commemorativa della Battaglia di Vezzano ( 21 aprile 1809 ) nei pressi della Chiesetta di San Valentino di Agro in Vezzano.

Numerosi i presenti, tra pubblico, le compagnie Schützen, e le rappresentanze istituzionali: il Sindaco del Comune di Vallelaghi Lorenzo Miori (Video), il presidente della Comunità di Valle Luca Sommadosi, l’Assessore Provinciale Simone Marchiori, il Presidente del Consiglio Provinciale di Trento Claudio Soini (Video)e la Presidentessa del Museo Passiria Monika Gögele (Video).

Dopo la Santa Messa, Osvaldo Tonina (Video), con grande emozione ha descritto i fatti accaduti il 21 aprile 1809, uomini e donne che lottarono contro gli invasori Franco/Bavaresi, per difendere il loro territorio e la loro identità. Racconto che è stato trascritto in un piccolo libro, a cura dello stesso relatore, con grande precisione e dettagli. 

Condividiamo in pieno le parole dell’Assessore Simone Marchiori e del Landeskommandant Schützen Welschtirol, Enzo Cestari.

“…Non dobbiamo più difenderla questa storia, dobbiamo mantenerla viva…” Simone Marchiori (Video)

“…Fondamentalmente è un progetto che propone amicizia dei popoli e speriamo che tutte le guerre che ci sono in giro per il mondo si fermino e si ritorni alla pace” Enzo Cestari. (Video)

La cerimonia si è conclusa con la deposizione delle corone. 


La battaglia di Vezzano
21 aprile 1809
A cura di Osvaldo Tonina

Contesto storico

Era il 21 aprile 1809, del cosiddetto anno nove, nel pieno delle invasioni napoleoniche.
 
Le notizie e i resoconti delle ostilità che le cronache del tempo riportano, visibili su "Ristretto de' Foglietti Universali" il giornale chiamato più tardi "Gazzetta di Trento" stampato fin dal 1802 da Gianbattista Monauni, danno un'idea della grande rivolta, avviata e capeggiata dagli Schützen contro l'invasione Franco - Bavarese nei confronti della nostra terra Tirolese. 
Il via alle ostilità era già nell'aria, anche per via di accordi presi fin dal gennaio dello stesso anno nove, come fu poi chiamato, che prevedeva l'insurrezione in tutto il Tirolo storico. 

Passando ai fatti vediamo che Innsbruck fu liberata già il 12 aprile, e solo dieci giorni dopo, il 22 alle tre pomeridiane, il Colonello Frenner, Andreas Hofer, il padre Joachim Haspinger a capo di 20.000 insorti, Schützen trentino/tirolesi, entrano in Trento, grazie ad una manovra a tenaglia programmata, che proveniva da tre fronti diversi. 

Sulla sinistra della Valle dell'Adige operavano infatti le compagnie della Valle di Fiemme e di Pinè che attraverso Pinè, Pergine, Civezzano, puntavano sulla città. 
Dalla Valle dell' Adige scendevano le truppe austriache di Chasteller e di Fenner, passando per Gardolo, infine sulla destra le compagnie della Valle di Non di Sole e del distretto di Vezzano con le compagnie di Andreas Hofer che dovevano aggirare i francesi nella Valle dei Laghi per poi calare su Trento attraverso il Bus de Vela. 

Furono giornate di lotta feroce, che testimoniano quanto questa Loro Terra, stesse a cuore ai Tirolesi. 
Negli scritti del curato di Terlago, don Mazzonelli, si possono leggere i resoconti di quei giorni terribili e Carlo Botta, storico e politico del Regno di Sardegna, nel descrivere la partecipazione del popolo Tirolese alla sollevazione dell'anno nove contro i Franco Bavaresi così si esprime: i bambini fecero da adulti, le donne da uomini e gli uomini da Eroi! 

Cronologia dei fatti: 
1. Agosto del 1796 prima invasione francese - Napoleone entra in Trento 5 settembre Novembre del 1796 prima liberazione del Tirolo e la cacciata dei francesi 
2. Gennaio del 1797 seconda invasione francese col gen. Joubert Aprile del 1797 seconda liberazione di del Tirolo
3. Gennaio del 1801 terza invasione francese col gen. Macdonald 
4. Novembre del 1805 quarta invasione Francese col Mar.Michl Ney e il col.Colbert Febbraio del 1806 il Re di Baviera prende possesso dei Principati di Trento e Bressanone 
5. Aprile del 1809 quinta invasione francese - Sollevazione tirolese dell'anno 9 
6. Maggio del 1809 sesta invasione francese col gen.Rusca 
7. Luglio del 1809 settima invasione francese del Tirolo 
8. Ottobre del 1809 ottava e ultima invasione del Tirolo 

Napoleone nel 1803 decreta la soppressione dei due Principati vescovili di Trento e Bressanone, e il 26 dicembre 1805 con la pace di Presburgo il Tirolo viene passato da Napoleone al Regno di Baviera. 

Qui ha inizio la cancellazione di tutte le libertà tradizionali di cui godeva da secoli l'antica Contea del Tirolo, con l'imposizione di nuove regole e nuove leggi alle quali le popolazioni tiro lesi da subito si opposero manifestando il loro malcontento. 

Vennero abolite le autonomie comunali, secolari perno importante per la vita quotidiana dei cittadini, venne svalutato fortemente il fiorino austriaco, imposte nuove tasse. 

In campo religioso, vennero abolite le processioni, la messa di mezzanotte per il Santo Natale, interdetti i predicatori, il suono delle campane, antico segnale di allarme per i tirolesi. 

Tutto questo dette l'avvio di quel motto che venne chiamato col termine di "Insorgenze". 
Venne sradicato totalmente il modo di vivere della popolazione locale, nel 1808 venne abolita la Dieta della Provincia del Tirolo con i suoi 4 stati (Clero-Nobili- Città e Contadini). 

Venne suddiviso il territorio in 3 distretti, quello dell'Inn con Capitale Innsbruck, quello d'Isarco con capitale Bressanone e quello dell'Adige con capitale Trento. 

Il 3 marzo 1809 venne introdotto l'obbligo della leva militare di 8 anni che sancì la fine della difesa territoriale libera e volontaria del Tirolo istituita con il Libell del 1511 (gli Schiitzen). 

Ci furono in tutto il territorio del Tirolo storico grandi proteste in seguito a tutte queste imposizioni. 

Durante i 15 anni di guerra il Tirolo italiano (Trentino) subì otto invasioni, ci furono oltre 18 mila insorti in armi con oltre 4 mila morti da parte tiro lese, migliaia di feriti, centinaia di grandi invalidi molti deceduti nei mesi successivi per le ferite, riportate nella lotta per la liberazione. 

L'annuncio della dichiarazione di guerra dell'Austria a Napoleone giunse quando tutto era stato predisposto per l'insurrezione generale, in tutti i paesi del Tirolo la popolazione e gli scizzeri erano alla massima allerta e la rivolta esplose anche nel Tirolo Italiano. Il Popolo insorse immediatamente come un solo uomo contro gli 
occupanti bavaresi, che colti di sorpresa della rapidità con la quale gli "Schützen" erano scesi in campo dovettero in breve tempo soccombere alla loro inaspettata forza e irruenza nonché al modo di combattere che era fuori dagli schemi tattici degli eserciti del tempo. Il piccolo paese di Ranzo, 143 abitanti suddivisi in 38 
famiglie, venne ad essere un punto strategico per entrambi i contendenti. Il 18 aprile era ancora in mano ai francesi (118 uomini e l capitano). 

Due giorni dopo Ranzo è occupato dalla "Massa nonesa e solandra" salita da Molveno, in tutto 1192 persone uomini e 10 ufficiali. 

Come vedremo di seguito, iniziò proprio dal piccolo villaggio di Ranzo l'offensiva e la sollevazione di tutta la Valle dei Laghi, la liberazione di Trento e di seguito fino a Mori. 

Lo scrivano e vice Sindaco Pietro Sommadossi (capo comune era Giuseppe Margoni) annotava minuziosamente nel libro contabile del comune, oltre alle spese di qartieramento, vitto alloggio, trasporto munizioni a S. Massenza per la massa nonesa - solandra l'elenco ben dettagliato di tutti quelli che di Ranzo parteciparono alla sollevazione hoferiana. 

Ben 29 vengono registrati su 38 famiglie e si può dire che fu una partecipazione pressoché totale. 

Questo l'elenco dei partecipanti nella massa, trascritto nel registro comunale di Ranzo: Giuseppe Margoni (capocomune), Pietro di Battista Margoni, Domenico Paoli, Francesco Ghedini, Antonio fu Ignazio Maltratti, Pietro Donati, Giacomo Donati, Domenico Sartori, Antonio Giovanni Margoni, Giuseppe Rigotti, Pietro Sommadossi, Battista Sartori, Pietro Giovanni Margoni, Battista Sartori, Pietro Giovanni Margoni, Giovanni Antonio Rigotti, Stefano Margoni, Giovanni Paoli, Antonio Rigotti, Domenico Rigotti, Bortolo Donat, Pietro Sommadossi, Domenico Sommadossi, Pietro di Pietro Margoni, Pietro Parisi, Antonio Daldoss, Giuseppe Bonfanti, Giovanni Faes, Giuseppe Sommadossi, Domenico Sommadossi, Aloisio Rigotti. 

Un vivo ricordo dell'Eroe del Tirolo Andreas Hofer è tramandato tuttora dal nomignolo di una famiglia di Ranzo: "Sommadossi - Oferi" ancor oggi presente nel dire paesano. 

Le truppe austriache, al comando del maresciallo Chasteler arrivarono in Val dell'Adige dopo la prima decade di aprile, di seguito arrivò a Mezzolombardo Andreas Hofer con la sua massa, mentre il Capitano Malanotti di Caldes, con la sua Compagnia teneva le alture di San Michele. 

La massa nonesa e solandra, con in testa la Compagnia di Cles comandata dal capitano Giuseppe Lorenzoni, si mise in moto già sul finire della seconda decade di aprile, passando per Spormaggiore, Cavedago, Andalo e Molveno. Presso la Rocchetta i francesi stavano con uno sbarramento di migliaia di uomini per bloccare un eventuale assalto dalla Valle dell'Adige. 

A Trento, con caposaldi a Vezzano, Terlago, Cadine e Lavis vi erano 10.000 franco-bavaresi agli ordini del generale Baraguay d'Hilliers, Occorreva forzare la postazione di Vezzano e via via per poi scendere su Trento. 

Prima di passare la parola al manoscritto di Portolo è opportuno inquadrare cronologicamente gli avvenimenti di quei convulsi giorni che si susseguirono dal 21 aprile 1809, portando la popolazione del Distretto di Vezzano alla sollevazione generale contro le truppe franco-bavaresi, con la battaglia di Vezzano e la loro cacciata verso il bus di Vela, la liberazione di Trento, l'inseguimento per tutta la Vallagarina fino al vecchio confine del Tirolo. Il ritorno vittorioso attraverso il Passo San Giovanni, Arco e finalmente a Cavedine, Calavino e Vezzano. 

21 aprile 1809, le compagnie nonese e solandre partite nei giorni precedenti lasciano il bivacco di Ranzo e durante la notte si spostano su Santa Massenza. 

Una parte dei rivoltosi con molti insorti armati di Vezzano raggiugono Calavino, Lasino e Cavedine, e impongono di suonare le campane a martello, il segnale della rivolta. La massa dei rivoltosi della Valle dei Laghi con a capo il Cancelliere del Distretto di Vezzano certo Dal Cesare va a rinforzare i rivoltosi none si e solandri , segue la Battaglia di Vezzano e la liberazione casa per casa come descritta nella cronaca del giornale "Ristretto de foglietti universali" che riguarda proprio l'impresa di Vezzano e del Bus de Vela. 

22 aprile, oltre 5 ore di battaglia con la fuga nel Buco di Vella e conseguente massacro di oltre 500 uomini franco-bavaresi. L'entrata in Trento al pomeriggio e l'arrivo di Andrea Hoffer

23/26 aprile, l'inseguimento delle truppe m Val Lagarina e la definitiva liberazione oltre i confini tiro lesi. 

27 aprile, il ritorno del comandante Dal Cesare e Andreas Hofer attraverso il Passo di San Giovanni, Arco e Calavino. 

Il sindaco Rizzi manda Giovanni Carlini di Sarche a prelevare Andreas Hofer e i suoi bagali ad Arco. 

Così da inizio il manoscritto di Giuseppe Ioris, cronista di Portolo in Val di Non che seguì gli insorti e tutte le operazione fin dall'inizio della rivolta: 
Pasarono avanti per boschi e selve e dopo lungo e penurioso viaggio arrivarono in Ranz, nel quale restiamo in quella notte.!l nostro capitano ordinò che sifacesse fuochi più che sia possibile, circondando con questi tutto il paese. Dimandando poi, chi volesse andare avanti per poi la mattina atacare il nemico l'istesso Antonio soprannominato e molti altri presero il viagio e andarono per vie indirete appreso li nemici, la mattina seguente mandarono questi una ordinanza, che tutte le truppe intraprendessero il viaggio per la via di Santa Massenza queste pronte ad andare dove erano direte ma non gia arrivate al detto luogo li viene incotro un correo portandoli lannuncio che listesso Antonio ha impiombata la prima sentinella e che senza dimora si portassero a Vezzano, nel quale vi erano li nemici, altrimenti sono costretti a ritirarsi. 

Luigi Menapace nel volume la Storia di Cles racconta di questo fatto d'armi della battaglia di Vezzano e la sua liberazione dell'anno nove. 
Arrivati (la massa Nonesa e salandra) di corsa sopra l'altura che circonda Vezzano dal lato nord-est un nutrito fuoco di fucileria li accolse: l'operazione di avvicinamento durò due buone ore, l'entratafra le casejù difficile, l'operazione appariva rischiosa, ma tutto l'abitato di Vezzano fu liberato, casa per casa, dagli occupanti francesi. Tra questi ci furono 11 morti e parecchi feriti, della compagnia Clesiana morì soltanto Marco Pozza ti, colpito in pieno volto da una fucilata sparata da una finestra, mentre egli stava ricaricando il fucile ai piedi di un olivo. Il capitano fece dare una sepoltura onorata ai francesi e al povero Marco e subito dopo ripartì verso Cadine con i suoi bersaglieri tiro lesi compresi i feriti nemici della compagnia. 

Il manoscritto di Giuseppe Ioris così prosegue: 
Dopo 4 ore di combattimento le truppe tirolesi si sono avanzate fino al Buccho di Velia, (Vezzano - Cadine IO km) ivi hanno combatuto tutto il giorno a tutta forza avanzando e cesando. 
Dopo un lungo e sanguinoso combattimento li nemici francesi ritrovarono un disastroso sentiero della montagna, e si sono portati non poco disopra dele trupe Tirolesi.Ma cio nula ostante i Tirolesi di si granda contesa e tradimento, il che volevano urgere li nemici subio cesarono al'indietro formando un circolo per chiuderveli in mezo.Ma non puo eseguire cio, i francesi vedendo che non potevano più al suo di segno dopo 5 ore di combattimento, e vedendo che erano al pericolo della morte si ritirarono nel Buchio di Vella, ivi si misero di bel nuovo a voler far resistenza. Essendo già molti fra i Tirolesi di queli i quali non avevano arma, e questi gia gonfi d'ira nel vedere la resistenza e la crudeltà dei francesi che volevano usar contro li medesimi.Erano quasi privi di cervello nel pensare il 
che volevano usar contro li medesimi. Erano quasi privi di cervello nel pensare il modo con il quale avessero potuto schiacciare questo detestabile re (di Baviera). 
Questi subitamente portatesi sopra di quello, predarono con rapidità e vendetta la pietra più grande che si ritrovava in detto luogo e con rapidità e vendetta la gettarono in questa sopra nominata via in maniera fatale, che sembrava bensì la tempesta che acade dal cielo nelle furie dei tempi./nfatti si racconta che sia stato un sanguinoso combattimento e che ne sia restati tra feriti e morti 500 e più, il rimanente visto il minaccioso pericolo castigo e sbigottiti vedendo la morte inaria intrappresero una smisuratafuga e si ritirarono in Trento. lo passando per questa via ividi giacenti e spogliati in più vidi la terra asarciata di sangue sparso dai medemi da questo si puo vedere che queli i quali confidano in Dio non perisce mai. 
Alla fine con gran fatica arrivarono al ponte di San Lorenzo il quale lo ritrovarono in ceneri a cio non avessero potuto seguitarvi dietro. Cio nulla ostante passarono il fiume con una barca. Il primo chentrò fu il soprannominato Bergamo e moltri altri della comune di Nanno possia in seguito tutti gli altri, pogo dopo entrarono due dragoni con la spada sguainata, quali fecero la girata alla città poi tornarono indietro dopo che ne vennero 300 con la spada alla mano e si fermarono in quella. Dietro a questi sono arivati parte delle truppe della massa tedesca.Il giorno dietro cio è il 25 corrente alle 6 perfino alle 11 antimeridiane arrivò un numero straordinario.Poco dopo arrivò il generaI denominato barbon della Val di Zaer con li suoi soldati. Si racconta che bensì che questo soprannominato uomo tenne sotto il suo comando 20.000 e più soldati. 
Di bel nuovo ale ore 2 pomeridiane sono arrivati 5 generali, i quali camminando per la città compagnarono il soprannominato Barbon come si fosse come stato l'imperatore medemo. 
Arrivati questa in Piaza Granda si presentarono queste avanti li Nazionali (guardia civica) questi quasi cascati in terra dal timore nel vedere presentarsi inanzi questo si gran copioso numero di soldati, temendo essi di un qualche castigo.Ma tutto ciò non li hanno fatto alcuna molestia soltanto li hanno fatto de positare le arme.Si notifica che i trentini in quella notte hanno fato una gran luminaria per tuta la città il meno erano due candela sopra tuti li balconi per due appartamenti vi erano anche diciasette torze sopra di un palagio. 
Il giorno dietro di matina ciò è il 26 corente sono arivate tute le trupe della massa tedesca. Di bel nuovo pervennero un copioso numero di uomini dela valada de Pinè questi avevano cada uno laquila dopia in fronte per dimostrare grant'amore che portavano al suo primiato padrone imperatore austriaco.Io posso dire con giusta ragione che in quel giorno nella cità di Trento eravamo un così copioso numero e di tante nationi che sembrava la fiorita primavera quando nasce le erbe nei prati. Ma tutto ciò in questa si perfida cità no restò di spaleggiare quel inaudito re della Baviera., in modo che aveva preparato un tradimento alla massa Tiroles, con il nascondere i nemici per li palagi. Tutto ciò il ssuo inganno non ha potuto giovar cosa niente. Gli hanno dato il vino mescolato con medicina per far che queste si adormentasero. Miseri Tirolesi se in quel giorno nonfosero arivate le soprannominate trupe austriache. Il 26 corrente i Tirolesi si portarono avanti i generali austriaci, domandando da qual parte dovessero andare, gli risposero intanto potevate tornare a casa perchè al presente non abbiamo di bisogno e di più gli disse facciamo diventare le biade in alto prezzo, ma tutto ciò state sempre preparati l'arma che se neveremo vi faremo averti. Intaprendiamo il nostro viagio verso la Patria cantando viva casa daustria, viva l 'impera tor, sempre viva il Barbon che è stato il nostro liberator. E ringraziando sempre l'onnipotente Dio che ci ha dato si bella gracia di ritornar soto il nostro antico padrone imperatore del Austria. 


La dichiarazione scritta come attestazione dei fatti 

Dal Cesare comandante distrettuale il Corpo Volontari delle Valli di Buco di Vella (così l'originale) documento che attesta l'entrata in città del giorno 22 Aprile 1809. 

Nell'atto che il sottosegnato racchiusde la quietanza di due congiali di vino e 400 porzioni di pane, che da codesto magistrato consolare somministrata venne al corpo di volontari delle Valli del Buco di Velia a sé subordinati il giorno 22 corrente, requisisce il medesimo a fine avesse la compiacenza di rilasciarli un 'attestazione: 

1. che il corpo dei Volontari del Buco di Velia diretto dal sottoscritto fu il primo che arrivò sul ponte di San Lorenzo il giorno 22 corrente. 
2. il modo e la maniera con cui si contenne la sua truppa in Trento. 
La presente attestazione viene pregato codesto magistrato di estenderla sul fatto e di consegnarla all'esibitore della presente. 


In attestazione del che si rassegna con tutta la stima 
Vezzano, li 28 aprile 
1809 
Dal Cesare 
Comandante il Corpo Volontari delle Valli del Buco di Velia. 


Bibliografie generale 
CBotta - Storia d'Italia dal 1789-1814 1824 
A.Mosca - Al tocco delle campana a stormo 2016
L.Dalponte - Uomini e genti trentine durante l'invasione napoleonica 1994 
A.Mosca - Ristretto de foglietti universali Monauni 1796-1809 2003  
A.Mosca - Viva la libertà muoia il Re di Baviera 2003 
S. Girardi O. Tonina - Campane a martello 2009 
S.Girardi - Storia del Tirolo dal 1300 al 1918 1984  
G.Faustini - Andreas Hofer nella Storia 1985 
Graziano Riccadonna - Andreas Hofer "Trentino" 2009 
Roberto Sarzi - Andreas Hofer a Mantova in catene  2006